Quante volte vi è capitato di sentire qualche tifoso sentenziare: “il calcio è diventato finto, finto come il wrestling”.
Innanzitutto per finto cosa si intende?
Il calcio si presuppone (e si spera) che sia reale, il wrestling è predeterminato, a tavolino. Ma non finto.
Ok, il tifoso accecato dall’odio verso una Juve di turno potrebbe dire che anche il campionato è predeterminato, ma qui si andrebbe sulle supposizioni.
Il wrestling è basato sulla classica contrapposizione tra il buono (face) ed il cattivo (heel), tifando quasi sempre (tranne rare eccezioni) il calcio è più basato sul tifo per una sola squadra. Diciamo però che sempre la Juventus rappresenterebbe alla perfezione il ruolo dell’heel, odiata da tutti, che usa trucchetti per vincere compreso magari l’arbitro compiacente, con il pubblico sempre a sfavore.
Su una cosa sicuramente calcio e wrestling vanno di pari passo: gli infortuni. Perchè se nel calcio talvolta accadono incidenti di diverso tipo, e correndo o subendo colpi ci si aspetta che possa succedere, nel wrestling considerata disciplina “finta” non si contempla la possibilitá dell’infortunio. Ma una mossa mal eseguita, un colpo sferrato troppo “stiff”, cioè reale, una caduta accidentale sono tutte possibili cause di infortuni più o meno seri, da qualche settimana di stop fino a finire la carriera addirittura.
Anche sull’esposizione mediatica non ci sono particolari attinenze. In Italia il calcio è uno sport per tutti, il wrestling è una cosa da bambini. Se lo segui da adulto (come è normalissimo in America) non sei una persona normale.
Nel calcio si punta a vincere un campionato, una classifica dopo un preciso numero di partite. Nel wrestling c’è un campione che a turno, che sia face o heel, incontra il suo opposto per strappargli il titolo.
Ed infine la stagione del calcio va da settembre a maggio, quella del wrestling WWE da Aprile a Marzo.
Continuate a vedere così tante similitudini tra queste due discipline sportive?
De gustibus.
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