
“Sta mano po’ esse fero e po’ esse piuma”
È notizia recente la chiusura delle indagini relative agli scontri durante il Derby dello scorso settembre, che ha portato a 29 persone accusate, 48 feriti e, soprattutto, un’immagine poco edificante per uno dei derby più corretti e sportivi della Penisola.
A differenza del Derby della Capitale, che ancora una volta abbiamo dovuto considerare teatro di una guerriglia assurda — avvenuta domenica scorsa — fatto che ormai possiamo considerare abituale.
Non è la prima volta che le tifoserie della Capitale danno origine a scenari di disordine e caos; nell’ultimo caso si parla di centinaia di “tifosi” che cercavano lo scontro, costringendo le Forze dell’Ordine a intervenire con cariche e getti d’idrante.
Ad oggi siamo a 7 arresti, mentre gli agenti feriti sono 13, e i danni economici a strutture pubbliche e private nemmeno si contano. Parliamo di almeno 1000 persone coinvolte negli scontri.
È normale che, in una città dove certe situazioni non sono all’ordine del giorno, quando accadono fanno più notizia: dopo gli incidenti a Genova sembrava dovesse arrivare l’Esercito, il coprifuoco e pure gli Avengers — ma lo reputo normale, qui i tifosi si possono definire con la “T” maiuscola.
Quello che trovo assurdo è che, nella mia testa e nel mio immaginario, i disordini nella Capitale siano diventati ordinari.
E la cosa più grave riguarda le conseguenze, e voglio dirlo citando le parole del nostro Faber:
“…E lo Stato che fa
Si costerna, s’indigna, s’impegna
Poi getta la spugna con gran dignità.”
Blocco delle trasferte fino a fine anno. Li immagino proprio disperati per tale decisione, che colpisce ben tre match.
Divieto di svolgere le Stracittadine e le partite considerate a rischio in orario notturno per tutta la stagione 2025/2026, ovvero per un anno intero. Quindi i violenti possono
continuare a creare confusione, ma solo in orario diurno — diciamo dalle 8 alle 18 — sempre prendendo appuntamento tramite segretaria.
Al di là del mio polemizzare in modo sarcastico… vi sembra una reale lotta a una categoria di delinquenti? I beni pubblici e privati distrutti, le Forze dell’Ordine sempre all’angolo per mezzi, equipaggiamento e numeri… però guai a giocare di sera.
Se non si punisce con una certa serietà, la situazione non cambierà mai. E io voglio essere tranquillo quando vado allo stadio, voglio godermi uno spettacolo, subire il “menaggio” se perdo e abusarne se vinco, accettare la maggior forza dell’avversario o vincere per un rimpallo fortunoso, senza l’ansia che, da dietro un angolo, possa spuntare un buzzurro intenzionato a farmi del male solo perché indosso una sciarpa.
Prima o poi, in questo Paese, faranno notizia anche queste situazioni con la gravità che meritano (spero non sia un pensiero troppo paranormale anche per il Belpaese).
Fino ad allora, non mi sembra ci sia un impegno reale per debellare un fenomeno ormai anacronistico. Godiamoci questo sport e lasciamo la violenza fuori dagli stadi — ma anche fuori dalle città.
Stato, facciamo “esse fero sta mano”.
#Mark

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