L’Argentina di Sampaoli si gioca tutto stanotte (ore 1.30 italiane) nell’ultima giornata del girone di qualificazione sudamericano in casa dell’Ecuador, ai 2.850 metri di altitudine della capitale Quito.
I padroni di casa sono già esclusi ed eliminati, la Selección invece deve vincere assolutamente per sperare nel playoff contro la Nuova Zelanda o nella migliore delle ipotesi in una qualificazione diretta che avrebbe del miracoloso. Ovviamente il gioco degli incastri con gli altri risultati sarà determinante.
Il problema è che la nazionale albiceleste non vince in Ecuador dal 2001 (0-2 Veron e Crespo), e in questo girone eliminatorio ha il secondo peggior attacco con soli 16 gol segnati in 17 partite, neanche uno a partita di media (peggio ha fatto solo la Bolivia con 14). Dopo il 2001 solo 2 pareggi e 2 sconfitte per i Gauchos.
Ma a Buenos Aires i mugugni sono già potenti ancora prima della partita.
Sampaoli sembra orientato a confermare il grosso della formazione che non è andata oltre il pareggio in casa contro il Perù, quindi confermando davanti Benedetto e lasciando ancora una volta in panchina dal primo minuto Dybala e Icardi. Anche il “papu” Gomez dovrebbe finire in panchina per questa partita.
Dybala, nonostante l’essere appena entrato nei 30 candidati a contendersi il pallone d’oro, non riesce ad entrare negli 11 titolari di Sampaoli, e l’opinione pubblica di fede non xeneize (cioè non parteggiante per Benedetto, centravanti del Boca) schiuma rabbia poiché lo vorrebbe titolare senza se e senza ma.
Sampaoli dovrebbe dunque schierare la Selección con l’ex doriano Romero in porta, con Mercado, Mascherano e Otamendi a formare la linea difensiva, Salvio, Biglia, Perez e Acuña a centrocampo ed il tridente Di Maria, Messi, Benedetto.
Stanotte si saprà dunque tutto, quale sarà il destino della nazionale di Messi?
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