Genoaneide..


Capita che talvolta in mano ti salti qualche vecchio fumetto di gioventù. A me è successo con Alan Ford, dove – nelle memorie del N.1 – un Orlando (Bob Rock) inconsapevolmente dopato con apposite pozioni dal Re, vedeva la sua Angelica alta, bella e bionda, una specie di Grace Kelly. Orlando Innamorato. Un giorno il Re sbaglia pozione, Orlando riacquista il senno e vede Angelica per quel che è. Una specie di Ave Ninchi a cavallo. E diventa Orlando Furioso. Questo grandissimo episodio mi induce inconsapevolmente ad un parallelo con le storie del Genoa da un po di anni ad oggi. Più o meno da quando è arrivato Preziosi. Con la puntualità tipica di Equitalia, a regolari intervalli di tempo appaiono improbabili acquirenti, che alle spalle paiono avere poi lo stesso vento nelle vele. Fouzy per un pelo non ce lo siamo ritrovato fra i piedi e per un po’ di tempo era un osanna della stampa. Poi è stato il turno di Masnata presentato come un brillante industriale del settore metallurgico, il Principe del Quatar? E’ bastata una cartina del Golfo Persico con i pozzi petroliferi e di gas e chiedergli quali erano di sua competenza per vederlo svanire in una nube di Zolfo. Ma gli ultimi due anni, con l’avvicinarsi della scadenza dei dieci anni di copertura nel Genoa CfC1893 della Fondazione da parte del maggior azionista, abbiamo visto veramente di tutto. La stampa, sempre la stessa, magnificava un potenziale compratore Calabrò, che – per carità imprenditore di primo livello – neanche lontanamente aveva però il profilo necessario per essere quanto meno a livello di quello attuale. E lì la stampa si è superata nel dipingere Angelica ancor più bella di Grace Kelly. E quanti a spingere. “Calabrò, perché no?”. Ma al risveglio….Ora ci risiamo. Sono sei mesi sei, che una grande gruppo finanziario con partner un primario facilitatore di fondi, così lo ha definito un giornale genovese, si è avvicinato alla proprietà del Genoa per una trattativa never ending. Il passaggio della persona in Carige probabilmente era necessaria. Ma l’impressione è che da quando si è stabilito lì, più che di Carige pare focalizzato sul Genoa. Già questo fatto sarebbe interessante. Ma il tira e molla di questi 180 giorni ha condotto a poco se non a due comunicati congiunti nei quali si dava ulteriore tempo al facilitatore per trovare quanto necessario per rilevare la società di calcio. Due comunicati congiunti che imponevano confidenzialità, disattesi quasi immediatamente entrambi. L’ultimo, sabato scorso 9 settembre dopo che è emersa una storia inerente ad una SRI gruop e ad un Galazzi nel Vatikan leaks oggetto di un libro e di una puntata de Gli Intoccabili, di Nuzzi. Non si sa per certo se si tratta delle stesse entità coinvolte nella questione Genoa, anche perché sulla vicenda c’è un’omertà totale da parte della Stampa, ad eccezione di FutbalMarket. Da quel sabato nove è successo di tutto. Giornali che svicolavano, interviste al sindaco di Genova e a Ferrero sul Ferraris, comunicati ufficiosi, anche tramite siti giornalistici solitamente molto seri sulle fonti e sulle notizie, di abbandoni delle trattative, conferenze stampe e comunicati dalla parte ufficiale del Genoa che dimostrano esattamente il contrario. A ciò si aggiunga un’indagine di BusinessInsider che descrive i fondi coinvolti nella questione come “sconosciuti” e rende noto che uno di essi, Erskine, risulta registrato solo il 13 Settembre, pochi giorni fa, come la società londinese costituita apposta ad agosto per gestire la negoziazione. Ecco, è un po’ che abbiamo smesso di bere pozioni magiche e, da furiosi, ormai le notizie andiamo a cercarcele ben consci della propensione della stampa locale di dipingere le Avi Ninchi come fossero delle Bardot. Bybrook ha davvero un giro d’affari da 2 miliardi di euro, ma il partner Marvel della Giochi Preziosi, ha un fatturato di 4 miliardi e mezzo. Quasi 2 volte e mezzo Bybrook. E se si fa una ricerca internet si trovano tutte le notizie necessarie. Vada pure, se così vuole il maggior proprietario del Genoa. Ma, detto solo a chi vorrebbe chiunque, beh basta Ave Ninchi. Non si pretende Grace Kelly, ma almeno una Sandrelli, si.

2 Commenti

    • Parole sante, concordo.
      Il problema è farlo capire ai fenomeni della nord autoproclamatosi capi-popolo, agli adolescenti che li seguono e ai giornalai repubblichini che gli danno voce.

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