Tessera del tifoso, solita pagliacciata italiana.

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Da questa stagione sportiva la cosiddetta “tessera del tifoso” per poter accedere agli stadi italiani è stata abolita, finalmente non c’è più bisogno di dover utilizzarla per recarsi allo stadio sia in casa che in trasferta.

A seguito degli episodi di violenza scoppiati negli stadi di Serie A e zone limitrofe (omicidi Raciti e Sandri su tutti, entrambi avvenuti nel 2007), nel 2009 il ministro Maroni decise che la TdT dovette diventare ufficiale e obbligatoria per accedere allo stadio.

Cosa sarebbe quindi cambiato per i tifosi? Molto.

Intanto una tessera che diventa a pagamento (oltre il costo del biglietto o abbonamento) valida 5 anni.

Una tessera che dovrebbe “eliminare” i facinorosi colpiti da DASPO.

Una tessera che obbliga ad acquistare il tagliando per la partita entro il giorno prima del match, sia in casa che in trasferta.

Una tessera che raccoglie tutti i nostri dati sensibili, vista dagli ultrà come una schedatura.

Una tessera che per diverse società, non tutte, è strumento di pagamento poichè legata ad un circuito bancario. Il microchip presente nella parte superiore infatti può farla tranquillamente funzionare come un bancomat.

Quindi in definitiva, qualcosa di preventivo per la sicurezza mescolato col business, al solito come da buona abitudine italiota.

Proteste ultras a riguardo, addirittura in alcuni casi scioglimento in totale polemica di alcuni gruppi storici di tifoserie di Atalanta e Lazio per esempio, solo per citarne alcune. Striscioni sempre e comunque contro la TdT che non porterebbe nessun beneficio, ma solo repressione.

E’ di due mesi fa la notizia che la Tessera del Tifoso va definitivamente in cantina. Nel giro di tre anni dovrebbe diventare solo uno strumento accessorio e di fidelizzazione per i club.

Già dalla prima giornata di questo campionato sono tornati allo stadio i gruppi ultras che erano in contrapposizione alla TdT, si sono rivisti finalmente i tamburi e i megafoni in curva, si possono nuovamente acquistare i biglietti al botteghino fino a pochi minuti prima della partita, per quella che si può definire una grande vittoria del movimento ultrà italiano.

E la violenza? Direte ora che hanno tolto la tessera sarà il manicomio. Macchè.

Da quando è ripartito il campionato non si sono registrati episodi di violenza particolare in alcuno stadio professionistico italiano.

Quindi avevano ragione gli ultras. Bene. Sperando che duri nel tempo questo clima sereno negli stadi.

E il governo? Sconfitto pesantemente 3-0 senza attenuanti. Si perché la marea di soldi pubblici investiti per il progetto “tdt” si smaterializzano in un lampo. E il problema violenza che non si pone più, ma per mere questioni di business e rilancio del prodotto calcio anzi, si richiamano le famiglie allo stadio perché “Gli stadi hanno avuto a che fare con la paura – ha detto il ministro dell’interno Minniti – e oggi ci proponiamo di togliere questo sentimento da un luogo di festa e gioia.”

Cioè cerchiamo di capire, con la TdT si cercava di reprimere causando solo tensioni e talvolta qualche violenza al di fuori dello stadio. Si toglie la TdT e la violenza sparisce. C’è qualcosa che non torna.

Il problema di fondo è che si è cercato e si sta cercando in tutti i modi di creare sempre e solo business, riempiendo lo stadio. Prima si è provato togliendo i “facinorosi” introducendo la TdT, adesso ci si prova dando libero accesso a tutti.

Ma di base la gente non va più allo stadio per due semplici motivi:

  • costa molto meno guardarsela comodamente seduti a casa.
  • il vero business lo fanno le TV che comandano tutto e tutti, il tifoso non sa più che giorno giochi la sua squadra del cuore.

Ma qui apriremmo un altro discorso complesso, profondo ed infinito. E anche un pò fine a sè stesso.

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