Un calcio al cacao

Ieri vi abbiamo anticipato sulla nostra pagina Facebook della vittoria della Guinea sui pari età ivoriani del rossoblù Kouamé.

Tra pochi giorni il ritorno. Gara aperta che si prospetta bollente.
Ma c’è qualcosa di più profondo che contrasta e/o accomuna queste due nazioni. La Costa d’Avorio e la Guinea producono ed esportano il 50% del cacao mondiale. Le due nazioni confinanti hanno avuto grandi attriti per le politiche dei prezzi di esportazione e questo ha portato tra il 2017 ed il 2019 ad una crisi con annessa guerra economica conclusasi proprio un mese fa con felicità di tutti, quando in agosto i due Governi hanno siglato l’accordo per un prezzo unico a partire dal 2020.
In particolare la Costa d’Avorio che ha un’economia in forte crescita sta lavorando per fare il salto: lavorare il cacao ed esportare i prodotti lavorati che tutti amiamo.
C’è un aspetto amaro di questo cacao però. La situazione di circa un milione di bambini che per il raccolto arrivano non solo dal povero settentrione ivoriano ma anche dai vicini Mali, Togo e BurkinaFaso che per pochi spicci, armati di machete, si destreggiano tra serpenti e punture d’insetto disertando giocoforza la scuola per aiutare la scarna economia delle famiglie.
Mi sta a cuore questa storia ed oggi la rispolvero dopo averne scritto anni fa prima di occuparmi di calcio. Non credo che la conoscano in molti. É giusto che si sappia. Anche se qui dovrei scrivere solo di calcio.
Tornando allo sport…
Martedì le selezioni olimpiche di queste due nazioni tanto rivali quanto sorelle, torneranno ad affrontarsi in campo e daranno tutto per arrivare alla fase finale in Egitto.
Noi facciamo un in bocca al lupo a Kouamé che dopo il penalty sbagliato ieri avrà l’umore sotto ai tacchetti.. ma tutti lo conosciamo e sappiamo che non mollerà proprio sul più bello
#Penn

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