LA CANZONE DEL MITO

Ricordo che la prima partita che ho visto è stata contro la juve, ed abbiamo, ovviamente, perso, penso fosse l’89/90, con un gol in rovesciata di Toto’ Schillaci.
Il mio ricordo più fiero, invece, è la mia prima volta in Nord, o meglio, in parterre Nord. Ero un ragazzino di appena 14 anni, con il suo primo abbonamento in sud. Gli abbonati sud avevano la prelazione per il derby, per poter andare in parterre Nord.
Certo non ero l’unico che voleva esserci, ed infatti è stata la prima volta che ho passato la notte accampato davanti alla biglietteria. Erano 13 anni che il Genoa non vinceva un derby, dal 13 marzo 77, con gol di Pruzzo, un po’ perché noi eravamo spesso in B, ed un po’ perché erani gli anni in cui loro erano sistematicamente più forti. Era il 1990.
Eh già… la mia prima Nord è stato il derby di Branco.

Il Genoa si era portato in vantaggio a sotpresa con un bel gol del nostro Stefanino Eranio, pareggiato dal (solito) rigore di Guanluca Vialli.

Ma poi succede quello che non ti aspetti. Punizione per il Genoa, Pato Aguilera finta il tiro e la tocca di suola a Claudio Branco, che tira da una trentina di metri. Ero proprio dietro la porta. Ho visto sta palla partire dritta, per poi incurvarsi, e svirgolare verso l’esterno, fino a insaccarsi sotto l’incrocio dei pali, alle spalle dell’incolpevole numero 1 blucerchiato.
Una sassata terrificante, resa famosa, oltre che per la prodezza del nostro terzino brasiliano, anche per la bravura di Pagliuca, che tenta inutilmente una parata plastica rendendo celebre la foto che poi diventerà la prima “cartolina di Natale” che tutti ricordiamo, anche i più giovani. Anche perché il derby si era giocato il 25 novembre 1990, ed eravamo vicini a Natale.
Sentire l’intervista dell’ex portiere blucerchiato che ricorda ancora oggi il boato della Nord dopo quel gol rende merito, probabilmente, alla più sentita stracittadina di sempre, un po’ per la forza dell’avversario in quel momento storico, ed un po’ perché noi ne venivamo da lustri di anonima serie B.
E da lì in poi il Genoa iniziò quella cavalcata che lo portò allo storico quarto posto, ed alla semifinale di uefa l’anno successivo.
Da quel derby nacque la famosissima “canzone del Mito”, tre strofe che raccontano quel derby storico.

Purtroppo (o per piacere😉) erano altri tempi, non avevo uno smartphone in tasca e, quindi, non ho un filmato da proporvi.
Sono certo che quelli con i capelli bianchi la ricorderanno, e non potranno fare a meno di cantarsela rileggendola, ed i più giovani possono chiedere loro di intonarla, e sentire cosa cantavano i loro papà e le loro mamme quando avevano la loro età ed occupavano il loro posto in gradinata.

“Quella massa di ciclisti
Che cantavan Bobby Gol
Non sapevan che alla fine
I più tristi erano lor
Quattro a zero, cinque a zero
Scommettevano sui gol
Ma finita la partita
Si sentiva dalla Nord

Luca Vialli e Bobby Gol
Segnan solo su rigor…

Al doriano la partita
Gli sembrava di sognar
Quando vide Luca Vialli
Il rigore trasformar
Non sapevan che nel Genoa
Gioca un brasiliano che
Tira bombe da lontano
Gioca meglio di Pele’

Claudio Branco Ale’Ale’
Claudio Branco Ale’Ale’…

E fu proprio in quel momento
Che il grifone si rialzò
E la banda di Bagnoli
Fece il sogno della Nord
Lotteremo come sempre
Non ci arrenderemo mai
Siam la Fossa dei Grifoni
Se ci incontri sono guai

Forza Genoa Ale’Ale’
Forza Genoa Ale’Ale’…”

Questa canzone e quei ricordi rimarrano sempre indelebili nella mia mente. Quel giorno è stata la prima volta che ho visto persone adulte ed anziane piangere di gioia. 13 anni senza vincere un derby sono davvero tantissimi. Troppi.
Soprattutto per me, che ero un ragazzino e non avevo mai visto il Genoa vincere un derby.

Penso che chi non c’era non potrà mai capire cosa volesse dire essere con orgoglio genoani in quegli anni, dove noi masticavamo sempre amaro e le gioie erano sempre per altri. Sapete cosa vuol dire andare a scuola nel cuore di Sampierdarena il giorno dopo che i tuoi rivali si sono cuciti sul petto lo scudetto?
E con orgoglio, andarci con la sciarpa del Genoa. E l’abbiamo fatto in tanti. Perché in quel momento, per un attimo, una settimana, Genova si è colorata di blucerchiato. Ma è durata una settimana soltanto, non sapevano cosa sarebbe accaduto la settimana successiva.. ma questa è un’altra storia che vi racconterò!!!

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Foto dal web

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