Odi et Amo, con Glt

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Odio il braccio teso come il pugno chiuso espressioni che la storia ha definitivamente condannato.
Odio qualsiasi forma di regime, qualunque colore abbia.
Amo la libertà in tutte le sue forme.
Non faccio distinzione tra chi scappa dalla guerra o dalla fame.
Ma sono per un’ immigrazione controllata e limitata perché quella odierna aumenta il degrado, la disperazione, i conflitti sociali, i reati.
Detesto il fanatismo religioso che va dallo chador, al niqab, al burka, alla discriminazione delle donne fino al terrorismo.
Ma detesto i bombardamenti e quelle presunte ” bombe intelligenti” perché il sangue dei bimbi è uguale per tutti e poi tocca bere dallo stesso calice.
Non mi piace la chiesa Cattolica ormai diventata tutto ciò contro il quale Gesu Cristo professava.
Ma non accetto in nessun modo il dover levare il Crocifisso in nome di quella sciocchezza di uno stato laico quando riconosce tutte le feste cattoliche quali simbolo della nostra cultura e tradizione.
Non amo gli Americani che vendono armi a entrambi i contendenti, poi si ergono a paceri ed esportatori della democrazia e, alla fine, ci fanno un film sopra.
Non amavo la Spagna di Zapatero che sparava sui migranti in casa loro, nell’enclave in Marocco.
Detesto l’egemonia tedesca in Europa.
E la Francia di Macron che fa la morale a noi e poi ci scarica poveri migranti sul nostro confine a XXmiglia.
E chissà come mai molti Africani parlano francese.
Non certamente perché hanno studiato all’ Ecole de Paris o alla Sorbonne.
Ma perché hanno subito il loro colonialismo imperialistico.
Amo la libertà e la cultura dei Paesi Scandinavi.
E amo il Genoa.
Che viene subito dopo la mia famiglia.
E soffro a vedere questo tipo di gestione sportiva.
Soffro a dover raccontare l’incoerenza attraverso la figura di un presidente, chiunque esso sia, che non sente l’emozione, che ha voltato le spalle al risultato sportivo e alla sua gente.
Soffro a vedere il Genoa trattato come una bellissima macchina che si tiene in garage senza voler programmare un futuro dove accenderla e farla correre.
Soffro perché non c’è nessun vanto a programmare e vivere un vita ben al di sotto delle proprie potenzialità.
Soffro cioè non il vivere, bene o meno che sia, ma il dover sopravvivere.
Solo per la maglia.
Solo per la bandiera del Genoa.

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